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Essere interprete e saper interpretare

Mediazione Linguistica
  • 22 Jan 2025

Tesi di: Giulia De Amicis

Alla base della presente tesi di laurea, vi è l’analisi della figura di interprete contemporaneo, passando per un excursus storico volto a comprendere come questo ruolo si sia affermato ed evoluto nel corso dei secoli. Particolare attenzione verrà posta alle competenze comunicative di cui questa figura necessita per esercitare tale professione.

La parola “interpretazione” dal latino interpretatio deriva da interpretari, che a sua volta viene da interpres ‘negoziatore, mediatore’, e poi ‘traduttore, commentatore’ in quanto derivante dalla radice di prètium ‘prezzo’, col prefisso inter- ‘fra, in mezzo’. 1 Il latino interpretari deriva da interpres, che in origine – prima che traduttore o interprete – era il sensale, l’intermediario. Non a caso oggi, più che di interpreti e traduttori, si tende a parlare di mediatori linguistici e culturali: la comunicazione tra due lingue diverse è molto più che lo scambio tra parole-significati equivalenti, perché ogni idioma esprime un mondo di valori, tradizioni e culture. D’altra parte, il termine idíoma in greco indicava innanzitutto la particolarità, il carattere peculiare, poi peculiarità specificamente linguistica e quindi linguaggio.

“Ogni comprensione è mediata, perché avviene all’interno di un linguaggio;
il nostro essere-nel-mondo è essenzialmente linguistico, e «l’essere che può venire compreso è linguaggio».
La lingua è una vera e propria visione del moScarica la tesindo, una «totalità onniabbracciante» che ci precede e ci contiene, ed è grazie ad essa che noi abbiamo un mondo.”

L’obiettivo di questa tesi è pertanto affrontare e analizzare in tutte le accezioni possibili la figura e il lavoro dell’interprete oggi, non più legato meramente alla decodifica di un linguaggio verbale, bensì orientato a comprendere e trasmettere tutti i segnali e i significati propri di quella che oggi si intende per “competenza comunicativa”. Quest’ultima, così come si è sviluppata a partire dalla Seconda Guerra Mondiale, include accanto alla competenza strettamente linguistica (verbale, para verbale, non verbale), quella socio-pragmatica legata al contesto d’uso della lingua (es. linguaggi settoriali, registri ecc.) e la competenza, ovvero la dimensione interculturale, legata alla conoscenza della cultura d’uso della lingua e dei suoi vari significati.

La tesi si articola pertanto in tre capitoli:
- nel primo capitolo analizzeremo l’evoluzione e la trasformazione della figura dell’interprete nei vari periodi storici fino alla nascita della moderna figura professionale di interprete;
- nel secondo capitolo verrà fornita un’analisi sul lavoro dell’interprete di oggi, gli strumenti di cui dispone, i contesti e le differenti tipologie di interpretariato nei quali opera;
- il terzo capitolo sviluppa il concetto di interpretare e saper interpretare in relazione al moderno concetto di lingua e competenza comunicativa che include oltre alla competenza strettamente linguistica, quella extralinguistica nonché quella interculturale, sottolineandone l’importanza globale per l’interprete sia nel momento della sua formazione che nell’attuazione della propria professione in qualsiasi ambito egli vada ad operare.

 

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