FAQ

Domande frequenti

L'interpretazione inizia dopo che l'oratore ha finito di parlare.

L'interprete siede insieme ai delegati, ascolta il discorso e, alla fine, lo riproduce in un'altra lingua, in genere con l'ausilio di appunti. Al giorno d'oggi l'interpretazione consecutiva è stata per lo più sostituita dalla simultanea, ma rimane importante per un certo tipo di riunioni (ad esempio, convegni dal contenuto altamente tecnico, pranzi di lavoro, gruppi ristretti, viaggi fuori sede).

Gli interpreti esperti sono in grado di riprodurre con grande accuratezza discorsi di 10 minuti o più.

L'interpretazione avviene in contemporanea con il discorso dell'oratore.

L'interprete lavora in una cabina isolata acusticamente con almeno un collega. Nella sala riunioni l'oratore parla al microfono, l'interprete riceve il suono attraverso le cuffie e traduce il discorso quasi simultaneamente, parlando a sua volta al microfono. I delegati in sala selezionano il canale che permette loro di ascoltare l'interpretazione nella lingua desiderata.

Esistono diverse configurazioni possibili di lingue o regimi linguistici.

L'interpretazione tra due lingue passando per una terza.

Quando un delegato parla in una lingua la cui interpretazione non è fornita da un interprete della cabina di una lingua attiva tale cabina può "collegarsi" (collegamento audio) con un'altra cabina che offre l'interpretazione dalla lingua in questione e così avvalersi del lavoro dei colleghi. L'interprete lavora passando per una lingua diversa di quella parlata dal delegato, senza che ciò comporti una sensibile perdita di qualità.

L'interpretazione dalla propria madrelingua in una lingua straniera.

Solitamente gli interpreti lavorano nella propria madrelingua. Ma alcuni interpreti conoscono una seconda lingua a un livello tale da poter interpretare in essa a partire dalla propria madrelingua. Si tratta dell'interpretazione in retour, dal termine francese, universalmente utilizzato, che significa 'ritorno'.

Solo pochi interpreti conoscono la loro seconda lingua attiva così bene da poter interpretare in essa da una delle lingue della loro combinazione linguistica. Si dice che questi interpreti sono in grado di lavorare in due cabine. L'interpretazione in retour è particolarmente utile per fornire un relays tra le lingue meno conosciute e quelle più diffuse.

L'uso di un'unica lingua come relais.

Se solo uno o due interpreti conoscono una lingua poco diffusa in modo passivo, si dice che essi sono i pivot per le altre cabine che si servono di loro in relais. Il termine francese viene universalmente utilizzato.

La DG Interpretazione evita sempre di avere un unico pivot ("pivot unique") per ogni lingua del suo team. A volte una sola lingua funge da lingua pivot, ma è coperta da due interpreti che lavorano in retour e si alternano nella stessa cabina , oppure da un interprete che lavora in retour e da un interprete della cabina della lingua di retour che possono alternarsi.

Nel decidere la composizione di un team numeroso (diciamo 23-23)la DG Interpretazione cerca sempre di fornire un relais attraverso varie famiglie linguistiche (germanica, romanza, ugrofinnica), onde distribuire il lavoro in modo equilibrato e per evitare gli squilibri d'interpretazione che potrebbero risultare dal fatto di passare in relais sempre per una stessa lingua o famiglia linguistica.

Un interprete lavora alternativamente in due cabine nel corso della stessa riunione.

Un interprete "cavallo" dalla parola francese cheval, siede "a cavallo" di due cabine nel corso di una stessa riunione. Di solito sono presenti almeno due interpreti per ciascuna lingua, ma se in una riunione con l'interpretazione simultanea vengono utilizzate soltanto due lingue, è possibile fare a meno di un interprete utilizzando un 'cavallo', ovvero un interprete capace di lavorare in ambedue le lingue, che si sposta da una cabina all'altra a seconda delle necessità.

In genere gli interpreti lavorano verso la propria madrelingua. Ma alcuni interpreti conoscono una seconda lingua a un livello tale da poter interpretare in tale lingua (la seconda lingua attiva o" lingua "B") Si tratta della cosiddetta interpretazione in " retour". Il termine francese, che significa ritorno, viene universalmente utilizzato. Soltanto pochi interpreti conoscono la loro seconda lingua attiva così bene da poter lavorare in tale lingua dalle altre della loro combinazione linguistica.

Tutti i delegati parlano la propria madrelingua, ma dispongono dell'interpretazione solo in alcune lingue.

In molti casi i delegati capiscono una (o più) delle lingue più diffuse, ma non si sentono a proprio agio a parlarle. Un modo per sfruttare al meglio una risorsa scarsa (gli interpreti) è quello di utilizzare l'interpretazione asimmetrica.

Un team che fornisca un'interpretazione da e nelle attuali lingue ufficiali richiede almeno 69 interpreti, ma se è possibile limitare a tre il numero delle lingue attive sono sufficienti circa 12 interpreti. I delegati si esprimono nella propria madrelingua, ma possono ascoltare l'interpretazione soltanto in una delle tre lingue.

Ovviamente, per poter utilizzare l'interpretazione asimmetrica è necessario che tutti i delegati capiscano una o più delle lingue attive.

L'interpretazione simultanea sussurrata.

L'interprete è in piedi o seduto accanto ai delegati ed effettua l'interpretazione parlando direttamente all'orecchio di questi ultimi.

L'interpretazione in chuchotage può essere utilizzata solo per un numero ristretto di delegati che sono, seduti o in piedi, molto vicini tra di loro. Questa tecnica viene utilizzata nelle riunioni bilaterali o in gruppi in cui solo alcuni delegati non padroneggiano una lingua comune.

Lo chuchotage è spesso usato al posto dell'interpretazione consecutiva per risparmiare tempo. A volte, l'interprete che pratica lo chuchotage utilizza le cuffie in modo da sentire meglio le parole dell'oratore.

L'interpretazione simultanea nel linguaggio dei segni.

Gli interpreti del linguaggio dei segni lavorano in riunioni cui partecipano non udenti e interpretano dalla lingua parlata a quella dei segni e viceversa. L'interprete siede o sta in piedi, chiaramente visibile, di fronte ai delegati non udenti.

Benché molti segni ed espressioni siano universalmente comprensibili e oltrepassino i confini nazionali e culturali, non esiste un unico linguaggio universale dei segni che tutti capiscano. Al mondo esistono più di 100 linguaggi dei segni e dialetti.

Gli interpreti parlano di lingue attive e passive.

Una lingua attiva è una lingua parlata dagli interpreti e ascoltata dai delegati.

Una lingua passiva è una lingua parlata dai delegati e capita dagli interpreti.

Una riunione con un regime linguistico 24-24 presenta 24 lingue passive e 24 lingue attive. Nelle istituzioni europee ciò significa che tutte le lingue ufficiali vengono interpretate in tutte le lingue ufficialiexternal link Un regime di questo tipo è detto completo e e simmetrico.

In un regime ridotto invece, l'interpretazione non è fornita per tutte le lingue ufficiali.

Un regime linguistico simmetrico permette ai delegati di parlare e ascoltare l'interpretazione nella stessa lingua.

In un regime asimmetrico invece, si possono parlare più lingue di quelle di cui è possibile ascoltare l'interpretazione. Quando, per esempio, una riunione presenta il regime linguistico 15-3, significa che i delegati possono parlare 15 lingue ufficiali, ma l'interpretazione è fornita solo in francese, inglese e tedesco.

Una riunione con il regime EN-FR-DE-IT-EL / EN-EL è una cosiddetta "riunione 5-2", in cui i delegati possono parlare inglese, francese, tedesco, italiano o greco, mentre l'interpretazione è fornita solo in inglese e greco. Una riunione del genere presenta un regime asimmetrico ridotto.

Nella maggior parte dei casi, gli interpreti di conferenza lavorano dalle loro lingue passive verso la loro madrelingua. La madrelingua è la loro lingua attiva e talvolta viene detta lingua A.

Alcuni interpreti hanno una conoscenza eccellente di una lingua diversa dalla propria e sono in grado di interpretare in questa lingua partendo da una o più delle lingue da loro conosciute. Hanno cioè una seconda lingua attiva. Quando un interprete è in grado di interpretare dalla propria madrelingua in una seconda lingua si dice che ha un retour. Alcuni interpreti che padroneggiano una lingua di retour interpretano in questa lingua solo in consecutiva, ma non in simultanea.

Solo pochi interpreti sono in grado di interpretare dalle lingue che conoscono in una seconda lingua attiva. Di questi interpreti si dice che lavorano in due cabine. Un numero ancor più ridotto di interpreti padroneggia più di due lingue attive.

Lingue passive sono quelle che gli interpreti capiscono perfettamente e che generalmente sanno anche parlare, ma non ad un livello sufficiente da poter interpretare in esse.

L'AIIC, Associazione Internazionale Interpreti di Conferenza, utilizza le seguenti definizion:

Lingue attive:
A : la madrelingua dell'interprete (o un'altra lingua perfettamente equivalente) nella quale l'interprete traduce partendo da tutte le altre lingue che conosce sia in simultanea che in consecutiva. Tutti i membri dell'associazione devono avere almeno una lingua "A", ma possono averne più di una.
B : una lingua diversa dalla madrelingua dell'interprete, di cui quest'ultimo ha una perfetta padronanza e nella quale interpreta da una o più delle lingue conosciute. Alcuni interpreti lavorano nella lingua " B" solo in una delle due modalità di interpretazione (simultanea o consecutiva).

Lingue passive
C : le lingue di cui l'interprete ha una comprensione perfetta e dalle quali interpreta.