Tesi di: Claudia Giubilei
“Le parolacce sono un privilegio di pochi e non significano volgarità.”
Il linguaggio, pietra miliare dell'interazione umana, ha un potere immenso nel plasmare le nostre percezioni, credenze e norme sociali. Al centro di questa intricata rete di comunicazione si trova il fenomeno delle "parolacce", espressioni linguistiche ritenute offensive, volgari o tabù in vari contesti. La censura di queste parole, una pratica profondamente radicata in contesti culturali, legali ed etici, solleva profonde domande sui confini della libera espressione e sull'impatto del linguaggio sul comportamento individuale e collettivo. Navigando nel complesso terreno delle parolacce e della censura, questo studio cerca di districarsi nell'intricato campo dei tabù linguistici e delle misure di regolamentazione, facendo luce sulle loro implicazioni psicologiche, sociali e accademiche nel contesto dell’adattamento cinematografico.
Per fare ciò, sarà importante analizzare per prima cosa che cos’è una parolaccia e cosa la caratterizza, ponendo attenzione anche ai motivi per cui viene definita tale. Stabilito ciò, andremo poi a fare una piccola panoramica storica, ai fini di osservare come le popolazioni antiche utilizzavano questa forma di linguaggio, in che forma e per quali scopi.
Non è infatti un segreto il fatto che la nostra specie faccia uso di parolacce, bestemmie, maledizioni e insulti da millenni, cambiando solo la forma ma non il contenuto e l’obiettivo di tale modo di esprimersi. Una volta affrontato questo tema, si passerà poi ad una parte dedicata alla storia della censura cinematografica in Italia, negli Stati uniti e in Germania, andando anche a considerare il contesto storico e culturale dei vari Paesi. Sempre in questo capitolo si parlerà della creazione delle categorie dei film, le quali “suggeriscono” il tipo di pubblico a cui è adatto un determinato contenuto. Il discorso virerà anche sui cartoni animati del piccolo schermo e di come ci siano arrivati, poiché originari dell’ambiente filmico, andando poi a terminare con l’arrivo di un genere di animazione a sé, ovvero l’animazione per adulti.
Questa tesi ha come obiettivo l’analisi del contesto socio-culturale odierno, nel quale si può trovare la spiegazione dietro la censura costante che avviene nel contesto dell’adattamento cinematografico e nello specifico di come tramite l’adattamento e il doppiaggio i contenuti animati con presenza di turpiloquio e di contenuti più seri e alle volte controversi vengano “diluiti” e, così facendo, spogliati del loro contenuto originale.
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