Tesi di: Chiara De Martino.
Le opere cinetelevisive doppiate fanno parte della nostra quotidianità; le guardiamo ogni giorno, eppure molto spesso ignoriamo l’incredibile lavoro che ci permette di farlo. Questo lavoro si propone di offrire una panoramica sulle tecniche dell’adattamento e del doppiaggio, mettendo in luce gli aspetti più insidiosi di queste pratiche, con l'obiettivo di favorire una visione più consapevole.
Nel primo capitolo verrà introdotta brevemente la storia del doppiaggio e si definirà l’adattamento come tecnica, analizzando le varie fasi che lo compongono e i suoi limiti legati al sincronismo. Si esamineranno i vari tipi di sincronismo esistenti e si proporrà un breve specchio sul dibattito, tuttora in corso, tra i fautori e i detrattori di quest’arte imperfetta chiamata doppiaggio, nonché l’impatto che il "doppiaggese" ha sulla lingua italiana.
Il secondo capitolo esplorerà la traduzione audiovisiva, introducendo l’argomento delle trasposizioni linguistiche e culturali del doppiaggio. Verranno esaminate le varie categorie in cui si possono applicare le strategie traduttive ad esse legate, per comprendere come il doppiaggio riesca a mantenere l'integrità delle opere originali pur adattandole al contesto culturale italiano.
Particolare attenzione verrà dedicata alla resa della comicità; l'umorismo, infatti, è profondamente influenzato dalla cultura e dal contesto sociale dei parlanti, rendendolo un fenomeno non solo linguistico e cognitivo, ma soprattutto sociale. La percezione della comicità dipende dall'identità, dalle conoscenze e dalle esigenze del pubblico, richiedendo l'uso di elementi culturali e linguistici specifici per creare un effetto umoristico efficace. L'umorismo riflette i valori, gli stereotipi e le tradizioni di una comunità, evolvendosi nel tempo in risposta a fattori come il periodo storico, l'età e le condizioni socio-economiche del pubblico. Pertanto, oltre a divertire, l'umorismo può offrire spunti di riflessione critica sulla società, fungendo da specchio delle dinamiche culturali e sociali in atto.
Un altro aspetto analizzato è quello dell’uso di slang, dialetti e lingue diverse all’interno della stessa opera; l'uso di varietà linguistiche nella produzione cinematografica ha diverse motivazioni culturali, artistiche e narrative.
Un dialetto o un accento marcato possono rendere più autentica l'ambientazione del film, riflettendo accuratamente la lingua parlata in una determinata regione o comunità. La percezione di una lingua o di una varietà cambia da una cultura all'altra e deve quindi essere tradotta con strategie specifiche nell'adattamento.
La terza parte del lavoro indagherà le questioni inerenti ai tabù linguistici e alla censura. Il linguaggio tabù e le parolacce fanno parte della comunicazione quotidiana, essendo mezzi importanti attraverso i quali le persone esprimono emozioni e atteggiamenti a seconda del contesto e della situazione. Poiché ogni cultura determina i propri tabù e parolacce in base ai propri valori e credenze, la traduzione di questi elementi può risultare complessa.
L’obiettivo principale di questa tesi è commentare la trasposizione e l’adattamento dall’inglese all’italiano dei tabù e delle parolacce nei doppiaggi italiani dei film di Martin Scorsese. I film di Scorsese sono stati scelti per il grande uso di linguaggio volgare, umorismo nero e satira. Questo studio nasce dalla volontà di indagare sul motivo per cui i film doppiati in italiano tendano a contenere meno parolacce rispetto agli originali e per chiarire se si possa parlare di censura o meno.
I risultati presentati non saranno sufficienti per stabilire una norma, poiché legati a un numero esiguo di film e alle scelte di due soli adattatori che hanno lavorato alla scrittura dei dialoghi. Tuttavia, essi ci aiuteranno a riflettere, ancora una volta, sullo stretto legame tra lingua e cultura, offrendo spunti per una comprensione più profonda del complesso processo di adattamento e doppiaggio.
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