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La lingua dei colori

Mediazione Linguistica
  • 13 Feb 2025

Tesi di: Consuelo Fusco.

La lingua è solamente un mezzo di comunicazione o può essere anche una chiave di lettura per la realtà? I nostri ricordi, la cultura di un popolo, i processi cognitivi sono in qualche modo legati alla lingua che parliamo; numerosi studi hanno dimostrato che il mondo che ci circonda assume diverse sfumature a seconda di chi lo racconta e come viene interpretato mediante la lingua.

La teoria della relatività linguistica è sicuramente uno dei risultati più sorprendenti in ambito della linguistica poiché, come scopriremo, ha posto le basi per nuove ricerche che svelano alcuni processi inconsci propri di ciascuna lingua, ma al tempo stesso universali. I primi a ipotizzare la teoria della relatività linguistica furono Edward Sapir e Benjamin Lee Whorf, affermando che le categorie linguistiche, che variano da una lingua all’altra, influenzano in modo significativo come percepiamo e interpretiamo il mondo.

Un aspetto particolarmente affascinante di quest’ipotesi riguarda la percezione dei colori. Numerosi studi hanno infatti dimostrato che le differenze linguistiche nella categorizzazione dei colori possono effettivamente influenzare il modo in cui i parlanti di diverse lingue percepiscono le sfumature cromatiche.

Lingue come il russo, distinguono tra “blu chiaro” (azzurro) e “blu scuro” (blu), i parlanti tendono a percepire queste due tonalità come colori distinti, anziché come varianti di una singola categoria di colore, come avviene invece in altre lingue, come l’inglese, che utilizzano un unico termine per entrambi. Questo fenomeno vuole dimostrare che la categorizzazione linguistica potrebbe influenzare in modo sottile ma effettivo la percezione visiva dei colori. Tuttavia, la relatività linguistica interessa altri ambiti della cognizione e della memoria.

Le strutture grammaticali e lessicali di una lingua non solo descrivono il mondo, ma ne influenzano profondamente la comprensione. Per esempio, il genere grammaticale può influenzare la memoria e le associazioni culturali, come evidenziato dagli studi di Boroditsky e dalle ricerche di Whorf, che mostrano come gli oggetti vengano percepiti e descritti in modi diversi a seconda della lingua parlata.

I legami tra cultura, percezione e lingua mostrano che la lingua non è solo uno specchio della realtà, ma un agente attivo che plasma il modo in cui la comprendiamo. Lungi dall’essere un semplice mezzo di comunicazione, la lingua diventa un filtro attraverso cui la realtà viene vissuta e organizzata, influenzando non solo il nostro modo di parlare, ma anche il nostro modo di pensare e di ricordare.

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