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L’interprete presso la Commissione Europea

Mediazione Linguistica
  • 12 Sep 2023

Tesi di: Laura Di Clemente

Lo scopo del presente elaborato è quello di analizzare il ruolo dell’interprete e le sfide alle quali viene sottoposto quotidianamente, con particolare attenzione all’ambito delle istituzioni europee. L’obiettivo è, nello specifico, quello di offrire una panoramica esaustiva della situazione attuale dell'interpretazione in Europa, analizzando le politiche linguistiche presenti nelle diverse organizzazioni dell'Unione- tra cui: la Commissione, il Consiglio, il Parlamento e la Corte di Giustizia- nonché il funzionamento e l'organizzazione della DG Interpretazione della Commissione europea.

A tal proposito, nel primo capitolo sono state ripercorse le tappe che hanno portato alla nascita, alla configurazione e alla sua successiva e lenta consolidazione della figura dell’interprete nel corso della storia. Ciò che emerge dalle fonti accademiche consultate per il presente elaborato è che le dinamiche che hanno portato alla nascita di questa professione sono dinamiche inconsapevoli, innescate da forti tensioni socio-economiche mondiali, il cui esito ha spianato la strada agli interpreti moderni e reso evidente quanto fosse necessario aprirsi ad un nuovo mondo: il mondo dell’interpretariato.

Nel tentativo di delineare il percorso che ha portato alla sua creazione, si è dunque proceduti con un’analisi delle tappe principali andando a ritroso nella storia ed esplorando diverse culture e paesi. Si è inoltre cercato di rispondere a quali siano le ragioni che rendono l’interpretariato ancora oggi “evanescente”, come spesso viene definito, e perché sia spesso oggetto di discussione e fraintendimento, specialmente se comparato alla traduzione.

articolare attenzione viene dedicata alla distinzione dei diversi tipi di interpretariato esistenti e del differente impiego di essi al servizio della società in generale e nello specifico all’interno dell’Unione Europea Una volta definito ciò, si è passati, nel secondo capitolo, all’analisi approfondita dell’impiego dell’interprete come attore principale del multilinguismo all’interno dell’Unione europea e le sue diverse organizzazioni. Il multilinguismo è una conditio sine qua non per poter essere definiti interpreti ed è per questo che viene analizzato il concetto di combinazione linguistica e di lingua passiva e attiva, oltre che della terminologia che ruota attorno a questo mondo sfaccettato.

Nel terzo capitolo si è, infine, fatta luce sul diverso impiego dell’interprete all’interno dei diversi organi europei e dei servizi che vengono forniti dagli interpreti professionisti stessi, non solo a livello europeo –e dunque da un punto di vista di mediazione tra due lingue- ma anche dal punto di vista della vasta fruibilità di servizi mirati alla formazione e al supporto sia di studenti che in tal modo possono usufruirne al fine di esercitarsi e sia per gli interpreti professionisti che già lavorano presso l’Unione europea, al fine di rinnovare costantemente l’impegno e la preparazione necessaria per far sì che venga svolto un lavoro sempre più impeccabile e nel rispetto delle diversità: la grande ricchezza dell’Europa.

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