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L'interprete: ponte tra culture

Mediazione Linguistica
  • 08 Aug 2023

Tesi di: Valeria Alessia Ruggeri

Il presente elaborato nasce dall’idea di porre particolare attenzione sulla figura dell’interprete ma non trattando solo aspetti della sua professione, quanto più analizzarlo da un punto di vista sociale e, se vogliamo, etico.

Spesso, quando si parla di interpretazione, oggi si tende a confonderla con una semplice conoscenza di una o più lingue ma, come vedremo, questa materia va ben oltre la mera conoscenza di esse. Io stessa, prima di intraprendere questo percorso universitario avevo molte perplessità riguardo questa professione, non avevo quasi idea di quali mansioni svolgesse un interprete e oggi, mi ritrovo qui a fare di questo l’oggetto della mia tesi di laurea. Il motivo, infatti, che mi ha spinto a intraprendere questo progetto di tesi risiede nell’interesse personale della materia. In questi tre anni di corso, la passione e l’interesse per tale disciplina sono aumentati sempre più, nonostante abbia scoperto i vari aspetti che si celano dietro questo mestiere, tra cui lo stress e le sfide che ne seguono, le quali però, a mio avviso, lo rendono ancora più affascinante.

Comunque, la scelta di questo tema risiede principalmente nel valore etico che attribuisco a questa figura, la quale, essendo conoscitrice di molteplici idiomi, permette a individui che non parlano la stessa lingua di comunicare liberamente. È questo ciò che intendo quando parlo di “ponte tra le culture”: abbattere tutte le barriere culturali e linguistiche e avvicinarle. Pensiamo a quanto sia importante al giorno d’oggi una persona che possa mediare tra le lingue: con i vari fenomeni migratori in aumento e le guerre che, purtroppo, ancora oggi affliggono il nostro pianeta, la presenza di una figura che riesca a “mediare”, a mettere in comunicazione persone provenienti da contesti culturali diversi appare fondamentale. Tuttavia, di questo parleremo più avanti.

L’obbiettivo del presente lavoro è dunque quello di andare a delineare la figura dell’interprete, analizzando anche i problemi e le strategie del lavoro, al fine di dimostrare l’importanza della sua persona seppur, a volte, resti in disparte e invisibile agli occhi del pubblico. Andremo a suddividere l’elaborato in tre capitoli, in modo da trattare al meglio tutti gli aspetti più rilevanti e dedicare a ognuno di essi il giusto spazio.

Nel primo capitolo andremo a scavare nelle origini dell’interpretazione e nella sua evoluzione, compiendo una sorta di excursus storico che ci permetterà di capire quando questa professione è nata e in che modo si è sviluppata nel tempo. Proporremo, successivamente, una sua classificazione in base alle diverse tipologie, in modo da porre le basi per il nostro discorso. Spiegheremo, dunque, le varie forme di interpretazione quali, l’interpretazione simultanea, l’interpretazione consecutiva, la tecnica dello chuchotage, il Bidule e l’interpretazione di trattativa.

Ad esse, affiancheremo anche le nuove forme di interpretazione, quali la simultaneous consecutive e l’interpretazione a distanza che, a sua volta, si ramifica in interpretazione telefonica, interpretazione in videoconferenza e webcast. Il primo capitolo si conclude con una rapida occhiata su quelle che potrebbero essere le prospettive future della professione: potrà mai l’interprete essere sostituito da un’intelligenza artificiale?

Il secondo capitolo, si concentrerà maggiormente sulla figura dell’interprete vista da una prospettiva sociale ed etica. In poche parole, andremo a trattare gli aspetti, anche quelli meno noti, legati alla professione quali, le sue caratteristiche e competenze, l’invisibilità e il suo codice deontologico, dunque i doveri e le regole a cui un interprete deve adempiere. Concluderemo questo capitolo parlando del modo in cui si forma un interprete professionista, accennando a tal proposito alle SSML, le strutture a titolo universitario specializzate nella formazione di interpreti e traduttori, di cui tratteremo la nascita e lo sviluppo avvenute in tempi non troppo lontani.

Infine, il terzo capitolo mirerà a risolvere un quesito che si pongono in molti: “Qual è la differenza tra interprete e mediatore linguistico-culturale?”. Il problema delle denominazioni delle professioni linguistiche vede molte questioni ancora aperte che vedremo insieme cercando di capire possibili soluzioni. Andremo ad analizzare queste due importanti figure che molto spesso vengono confuse ed erroneamente sovrapposte e capiremo le varie differenze che ci sono tra esse, fornendo anche alcuni esempi pratici.

Per concludere questo capitolo porteremo ad esempio due importanti ambiti di intervento in cui operano l’interprete e il mediatore culturale: l’ambito giuridico e sanitario. Quest’ultimo aspetto ci aiuterà nella comprensione dell’importanza di queste figure troppo spesso svalutate.

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