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Le origini della traduzione e la nascita del traduttore

  • 05 Jul 2022

Tesi di: Leonardo Ellis

Le origini della traduzione e la nascita del traduttore

La traduzione è un’attività che comprende l’interpretazione del significato di un testo di origine o di partenza e la successiva produzione di un nuovo testo, “equivalente” a quello di origine in un’altra lingua, anche se questo rappresenta un obbiettivo utopistico. Lo scopo del traduttore è quello di cercare di portare il testo della lingua origine alla lingua di destinazione in maniera tale da mantenere il più possibile inalterato il significato e lo stile del testo, ricorrendo, se e quando necessario, anche a processi di “adattamento”.
Dunque la strategia comunicativa è caratterizzata in parte dalla strategia traduttiva che può essere influenzata da un determinato contesto culturale.
Nella traduzione, la perfezione non esiste, poiché non esistono traduzioni “definitive”. Un traduttore è sempre desideroso di ampliare il più possibile le proprie conoscenze e rinnovare i propri mezzi, per controllare e usare meglio il linguaggio usando determinati livelli quantitativi. La traduzione è una disciplina e una competenza che richiede elevate doti espressive e comunicative. Un buon traduttore, quindi, non è semplicemente una persona che riesce a comprendere a fondo il messaggio dei concetti espressi dall’autore. La figura del traduttore è molto importante perché riesce ad interpretare al meglio le culture che si vogliono mettere in contatto.
Si può dedurre che la figura del traduttore è molto complessa perché la traduzione costituisce il veicolo più significativo degli scambi internazionali nel settore della produzione letteraria.
La traduzione è da sempre una delle forme principali del sapere. Osservare chi, cosa e come si traduce offre una quantità notevole d’informazioni sui rapporti di forza tra lingue e culture sui processi di egemonia e il loro funzionamento.
A causa delle differenze tra le lingue, spesso è difficile (se non impossibile: parecchi sono i sostenitori dell’intraducibilità delle lingue) conservare tanto il senso esatto quanto lo stile della scrittura - il ritmo, il registro, il suono, la metrica - e il traduttore si trova costretto a operare scelte che cambiano in funzione della natura del testo stesso e degli scopi che la traduzione si prefigge.
Oggi la traduzione viene considerata una semplice operazione di interpretariato ed i traduttori, in maniera troppo semplicistica e riduttiva, vengono considerati meri “artigiani delle parole”. In realtà il concetto è molto più vasto e profondo poiché la traduzione non è una semplice trasposizione di parole da una lingua all’altra, ma richiede una compenetrazione totale del traduttore in quella cultura. In una determinata lingua una parola può avere diverse sfumature ed è di fondamentale importanza trovare il corrispettivo esatto in un’altra lingua per non distorcere il significato ed il concetto. Ogni traduttore segue una sua linea di traduzione ed un “modus operandi” diverso e per questo è stata introdotta la Giornata mondiale della traduzione, che si svolge ogni anno il 30 settembre.
Durante questo evento i traduttori di tutto il mondo si riuniscono per scambiarsi idee, opinioni, visioni e modalità di traduzione, ampliare i loro orizzonti e scoprire nuove tecniche di traduzione.
Si viene così a creare una comunicazione interculturale che crea un collegamento non solo tra le varie lingue, ma anche tra i vari settori. Tradurre un saggio letterario, un testo medico o un testo scientifico richiede competenze diverse e quindi ogni traduttore, pur restando specializzato nel suo settore, può conoscere le dinamiche di traduzione di altri campi disciplinari.
La traduzione favorisce una modalità di approccio all'”altro” totalmente diversa che mette in dubbio le proprie certezze e permette di vedere le cose da un altro punto di vista favorendo una comunicazione più aperta e democratica. La storia della traduzione inizia simbolicamente con la distruzione della mitica Torre di Babele, che rappresenta la fine dell’unità linguistica universale. Non vi è alcun dubbio che la traduzione abbia origini molto antiche.
La necessità di tradurre per stabilire una comunicazione tra due popoli che parlavano lingue diverse era un problema molto comune. Varie leggende giunte fino ai giorni nostri narrano dell’esistenza della professione di traduttore nella civiltà egizia e in quelle mesopotamiche già a partire dal 3000 a.C. I primissimi traduttori furono gli scribi, figure di alto spessore intellettuale che rivestivano importanti funzioni ufficiali e amministrative e per questo motivo occupavano posizioni di spicco all’interno delle suddette civiltà.
Ad avvalorare tali leggende hanno concretamente contribuito i ritrovamenti archeologici avvenuti nel corso del tempo.
Si tratta per lo più di tavole facenti riferimento a grammatiche e a primitivi glossari multilingue. Una parte significativa della storia della traduzione in Occidente ha a che fare con la traduzione di testi biblici. Le prime traduzioni scritte attestate sono state infatti quelle della Bibbia.
Ciò si deve al prolungato non utilizzo della lingua ebraica in forma orale che ne determinò la quasi scomparsa. La maggior parte degli ebrei infatti non conosceva la propria lingua d’origine e per permettere a loro di comprendere le Sacre Scritture, queste furono tradotte in un linguaggio più accessibile. Tolomeo II Filadelfo nel III secolo a.C. ordinò la traduzione delle Sacre Scritture dall’ebreo al greco a 72 saggi che conoscevano perfettamente entrambe le lingue. Questa versione è nota come versione alessandrina o versione dei 70. Nel secondo secolo d.C. la Bibbia fu tradotta dal greco al latino (vecchio e nuovo testamento). Questa versione fu denominata Vetus Latina. Nel 383 d.C. , san Girolamo si vide assegnare da Papa Damaso I il compito di redigere una nuova versione latina della Bibbia. Prima di cominciare la propria opera, San Girolamo si trasferì a Betlemme per perfezionare la sua conoscenza dell’ebraico.
Grande conoscitore della lingua greca, lavorò instancabilmente alla sua opera traducendo testi ebraici e greci per gran parte della sua vita. Il risultato dei suoi sforzi, la “Vulgata”, è stata a lungo considerata come una delle migliori traduzioni bibliche mai effettuate, ed è stata, fino al XX secolo, la base per tutte le successive traduzioni della Bibbia. Per questo motivo san Girolamo è considerato il santo patrono dei traduttori. La Bibbia sarà successivamente tradotta in tedesco ad opera di Martin Lutero nel XV secolo. Alla morte di Maometto, nel 632, gli arabi si espansero in tutta Europa e oltre, diventando i principali portatori del sapere occidentale. Molti documenti erano già stati persi con la caduta di Roma ad opera dei barbari, solo Bisanzio conservava uno splendore culturale. Avidi di conoscenza, gli arabi si prodigarono nella traduzione di moltissimi testi scritti di origine greca e romana e ci aggiunsero le proprie conoscenze in campo scientifico. Fondarono molteplici scuole di traduzione a Baghdad e a Cordoba.
Grazie a loro, il sapere degli antichi non scomparse con le invasioni barbariche. Nel XII secolo, Cordoba e Toledo ritornarono nelle mani dei cristiani e quest’ultima divenne sede di una prestigiosa scuola di traduzione, iniziando ad attirare studiosi ed eruditi da tutto il mondo. In questa fase della storia, il ruolo dei monaci e degli amanuensi nel continuare l’importantissima opera svolta dagli arabi nei secoli precedenti è di assoluto rilievo. In questo caso i testi vennero tradotti dall’arabo e dal greco verso il latino, poi col tempo sempre più verso la lingua di ciascun paese. La riscoperta degli antichi greci in concomitanza con gli inizi della stampa genera un’emozione ed un entusiasmo senza precedenti nel campo della traduzione. I testi classici di Omero, Aristotele, Virgilio e molti altri vengono tradotti a più riprese. Inizia l’epoca delle Belles infidèles (dal francese belle infedeli): cioè traduzioni riviste e corrette per risultare più adatte al gusto del lettore del tempo. I traduttori in molti casi adattano davvero troppo. Anziché limitarsi alla traduzione, cercano di il testo più bello, depurandolo da espressioni considerate troppo volgari. Il fenomeno delle Belles infidèles condusse alla famosa divisione tra i perrotins e gli anti - perrotins. I primi, seguaci di Nicolas Perrot d’Ablancourt (1606 - 1664), considerato il padre delle Belles infidèles e della libera traduzione, si contrapponevano ai secondi, che, al contrario, difendevano strenuamente il concetto di traduzione esatta, fedele e scrupolosa. Fu proprio in quell’epoca che fu coniato il verbo tradurre (dal latino, letteralmente “portare o condurre attraverso, far passare da un luogo ad un altro”): si prende un testo da una lingua e lo si porta ad un’altra. Il secolo dell’Illuminismo e poi quello della Rivoluzione Industriale, furono segnati da una proliferazione di traduzioni che toccò tutti i settori, in particolare quelli tecnici e scientifici. Vennero dati alle stampe molti dizionari, monolingue e bilingue, generali o specialisti. Tali opere vengono attualmente considerate il fondamento della moderna terminologia. Di straordinaria importanza fu poi l’opera di Champollion che nel 1822 svelò i misteri della Stele di Rosetta permettendo da lì in poi di decifrare tutti i geroglifici egiziani.

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