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Mediatore linguistico: chi è, cosa fa e come diventarlo

Mediazione Linguistica
  • 26 May 2021

Nel corso degli ultimi anni la figura del mediatore linguistico è diventata sempre più popolare e richiesta nel mondo del lavoro. In un’epoca in cui l’incontro tra culture è oramai all’ordine del giorno diventa necessaria una figura che possa mediare tra i rispettivi rappresentanti. E questa mediazione, come scopriremo più avanti, riguarda tanto la lingua quanto la cultura.

Vediamo allora chi è davvero il mediatore linguistico, cosa fa materialmente e qual è il percorso di studi da seguire per poter svolgere questa professione.

Mediatore linguistico: cosa fa?

Anzitutto, è importante definire con estrema precisione chi è il mediatore linguistico. Come rivela la stessa denominazione, si tratta di una figura che media la comunicazione tra persone che non solo parlano lingue diverse, ma appartengono anche a culture distanti tra loro. Proprio per questo, è molto importante che la persona che svolge questo ruolo conosca non solo la lingua, ma anche le usanze e tradizioni di un Paese. Conoscenze un po’ più ampie, quindi, di quelle acquisite da un semplice traduttore. La figura del mediatore, infatti, può operare in contesti anche molto diversi tra loro: civile, penale, didattico, organizzativo e via dicendo. Ma sempre con un unico obiettivo: mediare la comunicazione tra i rappresentanti di culture diverse, il che implica una conoscenza approfondita del linguaggio verbale e non verbale.

Mediatore, traduttore e interprete: quali sono le differenze?

Una volta chiarito cosa fa il mediatore linguistico, è abbastanza evidente che questa figura professionale sia molto diversa da quelle del traduttore e dell’interprete. Come anticipato, il mediatore ha a che fare non solo con la lingua, ma anche con la cultura di un Paese. Viceversa, il traduttore si limita a tradurre un testo scritto da una lingua all’altra. L’interprete, invece, si occupa della traduzione orale di una o più lingue straniere. In nessuno dei due casi, quindi, è richiesta una conoscenza della cultura del Paese di appartenenza alla lingua che si conosce. E questo ben spiega la differenza tra la figura del mediatore e quelle dei suoi colleghi. Non a caso, spesso si definisce come mediatore linguistico culturale.

Come diventare mediatore linguistico

Per diventare mediatore linguistico è importante seguire un percorso di studi abbastanza definito. Dopo aver frequentato la scuola superiore – meglio se un Liceo Linguistico – è necessario conseguire una Laurea in Mediazione Linguistica. La SSML Gregorio VII, ad esempio, propone agli studenti un corso triennale in Scienze della Mediazione Linguistica e Comunicazione Interculturale, con la possibilità di scegliere tra tre indirizzi diversi:
• Relazioni Internazionali e Diplomatiche
• Comunicazione, Digitalizzazione e Web Marketing
• Turismo e Commercio Internazionale.

Tutti gli iscritti al corso hanno la possibilità di studiare tre lingue diverse, con l’obbligo dell’inglese come prima lingua straniera. A scelta, avrete poi la possibilità di studiare tedesco, francese, spagnolo, arabo, russo, cinese, portoghese e giapponese. L’intero percorso di studi vi permetterà quindi di conoscere non solo le lingue straniere, ma anche di fare uno studio approfondito sulle culture a cui appartengono, permettendovi così di entrare nel mondo del lavoro nel ruolo di mediatore linguistico.

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